Irene Bastante Restaurant Experience

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QUANDO LE PIZZERIE VERRANNO ILLUMINATE DALLA STELLA MICHELIN:

Di ritorno da un breve ma gustoso viaggio a Napoli; patria della Pizza e dello street-food.
In questa avventura mi sono promessa di assaggiare tutto, senza essere troppo scettica e tra una pastiera e una pasta fritta ecco che arrivo all’eccellenza italiana: La Pizza!
Questo mondo, tanto tradizionale quanto desideroso di innovarsi, incontra la ben amata degustazione. Perché no ?! Anche la rusticità può diventare moderna e puntare alla grande stella rossa.
Ho dedicato una sorprendente cena d’estate alla degustazione di pizze e come ben sapete amo ricercare e provare strutture esclusive che si tratti di nuove aperture o riconosciute dalla Guida Michelin. La pizzeria prescelta é stata citata per ben sei anni consecutivi dalla grande istituzione culinaria, ma la domanda che mi sorge é una: perché non esistono pizzerie premiate con la stella rossa?

Sergio Lovrinovich, direttore dell’edizione italiana della Guida Michelin, espone la sua decisione con fermezza: “Sappiamo che la pizza continua ad essere un tema che suscita molto interesse e curiosità. Al momento però, il nostro approccio non ha subito modifiche”.

Provando a riflettere con le linee guida affermate da questa istituzione si può intuire la scelta del premiare l’innovazione rispetto che la tradizione, forse ingiusta sopratutto in un paese così attaccato alle proprie radici.

Segue l’affermazione del brasseur d’affaires Fulvio Marcello Zendrini: “Per essere il migliore bisogna essere innovativi e non tradizionali. “

Anche su questa affermazione al quanto blasfema avrei qualcosa da ridire. L’innovazione, oggi, la possiamo trovare negli impasti, nella presentazione e nei condimenti sempre più ricercati e stravaganti. Il tempo che si dedica all’ideazione e preparazione é quasi equivalente a quella di un menù degustazione in un ristorante che non presenta lievitati di questo genere.

Probabilmente mi contraddico, dicendo che la Michelin non desidera “banalizzare” o trovare tradizione all’interno della sua prestigiosa lista di ristoranti. L’unica eccezione é quella di Simone Padoan, primo e unico pizzaiolo non napoletano ad essere inserito con una segnalazione.
Un’ulteriore ipotesi potrebbe slanciarsi verso la via della non esaltazione, dal momento in cui la prossima decisione dell’Unesco sull’eventualità di dichiarare l’arte dei pizzaioli napoletani patrimonio immateriale dell’umanità. Quindi, vorrebbe dire anticipare una notizia clamorosa.

Al momento il vanto di poter essere citati nella Guida, non glielo toglie nessuno.
Sosteniamo questa magnifica tradizione affascinandoci dalla sua continua evoluzione, sperando di non travolgere di gran lunga la sua tipicità!