MANUALE DI UNA BUONA CONDOTTA A TAVOLA PER I PIU’ PICCOLI
La magia che cresce nella mente di un bambino è qualcosa di veramente speciale.
Un modo di sentirsi grandi è dato dal desiderio di voler imitare i comportamenti di noi adulti, che talvolta, involontariamente risultano non idonei ed infantili.
Questo progetto nasce da un bambino che sogna di sedersi in un ristorante stellato assieme ad un adulto per cercare di captare a pieno l’emozione che proviamo noi grandi in questo genere di esperienze.
Piccola premessa: l’articolo che stai leggendo è scritto da quattro mani, due esperte e un po’ più grandi e due più piccine e curiose.
Molte volte noi bambini veniamo giustificati per i nostri comportamenti ostili e fastidiosi quando veniamo portati in un ristorante. Questo comportamento ostacola la scelta della location, mettendo in difficoltà chi vuole vivere un buon momento di condivisione con noi piccoli e con altri invitati.
Si sa che ci annoiamo nei ristoranti rimanendo seduti per ore ad ascoltare argomenti che facciamo fatica a capire, ma questa concezione sta prendendo troppo il sopravvento con il passare degli anni.
Passare del tempo in un ristorante non legittima un cattivo comportamento.
Molte volte capita di notare che tavoli con bambini vengono “isolati” o posti in lontananza in maniera tale da non disturbare gli altri commensali. Questo atto si manifesta maggiormente al giorno d’oggi, perché fino a un po’ di anni fa veniva insegnata una buona educazione a tavola per i più piccoli.
Sedere in un ristorante è una coccola, quasi, irrinunciabile e l’adulto si è stancato di insegnare a un bambino il giusto comportamento, è più facile dare un dispositivo elettronico che introdurlo in una conversazione.
Ecco dieci regole scritte da un bambino per i suoi coetanei:
1) Non si mangia con le mani dal momento in cui ci vengono portate delle posate.
2) Impara ad assaggiare tutto, senza crearti dei limiti!
3) Non si guarda il telefono o altri dispositivi multimediali quando si è a tavola.
4) Siedi a tavola in maniera composta, correre in sala disturba gli altri clienti attorno a noi.
5) Non si disprezza il prodotto con frasi discriminanti ( “che schifo”; “non mi piace”; ecc..)
6) Non si gioca con il cibo.
7) Le mani si usano per mangiare, non per cercare tesori tra naso e orecchie!
8) Non parlare con la bocca piena.
9) Il broncio lasciamolo a casa!
10) Ultima regola, ma la più importante. Ricordiamoci che siamo pur sempre bambini. Curiosiamo e impariamo divertendoci!
Condividere con un bambino questo progetto è stata un’idea fuori dalle righe. L’impegno con il quale ha scelto la città, il ristorante e le idee che fuoriuscivano dalla sua mente erano uniche per avere solo sei anni.
La cupidigia nel voler imparare come ci si pone a tavola e la curiosità nel provare prodotti insoliti e con abbinamenti stravaganti è stata eccezionale. Quel che ho apprezzato di più sono state le sensazioni e le sue impressioni utilizzando vocaboli semplici e d’effetto.
È stato in grado di immergersi a pieno nell’esperienza, ricordandosela e raccontandola a tutti i suoi amici come se fosse la carta speciale di un album di figurine.
Lo stellato scelto dallo scrittore é Xerta Restaurant di Barcellona.
Voi come introdurreste un bambino in un ristorante? Quante di queste regole riuscireste a rispettare?