GALATEO AL GIORNO D’OGGI (CAPITOLO II):

Quando scegliamo di voler vivere un’esperienza all’interno di un ristorante che possiede stelle Michelin o che ambisce ad entrare nella guida, con chi condividiamo questo momento?

Ad oggi è ancora difficile sciogliere il pensiero di menti ciniche che non hanno mai provato a sedere in un ristorante che punta al benessere del cliente in tutti i suoi aspetti.

Attorno ad uno chef c’è un’intera brigata pronta a fare da supporto per sostenere tutta la magia che esce dalla cucina.

Sommelier, aiuti cuoco, camerieri. Studiano, sopportano e supportano un’atmosfera ideata appositamente per il tipo di ristorazione, facendo sì che il percorso sia piacevole e senza ostacoli.

Per far si che tutto sia di nostro gradimento e su misura delle nostra aspettative, bisogna mantenere un comportamento corretto.

Abbiamo già parlato e reinventato alcune regole da utilizzare al giorno d’oggi, ma ci sono molte situazioni differenti che richiedono un occhio di riguardo.

 

Manteniamo compostezza nella degustazione di una pietanza:

 

-          Far rumore mentre si mastica è fastidioso nei confronti di chi siede al nostro tavolo.

-          Non si parla con la bocca piena.

-          Si mastica mantenendo chiusa la bocca.

-          Digerire a tavola non è gradito (anche se in altre culture è ben accetto).

-          Manteniamo il tovagliolo sulle gambe e mai attorno al collo.

-          Puliamo il viso con delicatezza una volta terminata la pietanza.

-          Quando ci si alza dal tavolo, il tovagliolo si ripone piegato sul lato sinistro.

      -     Al termine di ogni portata, le posate vanno riposte all’interno del piatto.

 

La “scarpetta” con il pane, è un gesto del tutto italiano, che in realtà deriva dal termine “Scarsetta” ovvero povertà, che spinge i commensali a divorare ogni traccia del pasto per non sprecare preziosi alimenti.

Per molti quella di pulire il piatto con il pane viene considerata un’abitudine un po’ scurrile.

In verità il galateo di Giovanni Della Casa, non è contrario a questa pratica ma suggerisce che in un ristorante o in un contesto formale sarebbe meglio seguire alcune regole per apparire più eleganti nella “degustazione”: se proprio non vogliamo sfigurare possiamo usare la forchetta per infilzare un pezzetto di pane, intingerlo e portarlo alla bocca.

Per uno chef non c’è miglior soddisfazione che ricevere un piatto lustro e pulito.

Oggi è ritenuto un gesto di apprezzamento.

 

Il bon ton obbliga a seguire delle regole sugli argomenti di conversazione: evitate di parlare di persone non presenti alla cena e di temi particolarmente delicati che potrebbero sollevare questioni morali, trasformando la tavola in un salotto per un vero e proprio dibattito.

Inoltre, mette in difficoltà la brigata di sala che si impegna nel mantenere un’atmosfera piacevole per tutti i commensali e per la cucina.

 

Quando ci si alza dal tavolo per una breve pausa, si avvisa lo staff di sala che rallenta i tempi della cucina.

 

Queste regole non sono difficili e non richiedono molti sforzi, è un semplice gesto di educazione per noi stessi, per gli altri commensali e per lo staff che lavora per farci vivere un’esperienza memorabile.

 

Quali argomenti non abbiamo ancora citato all’interno di questo nuovo manuale?

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Caro Diario.