Tra il servizio e l’amore:

Il tempo.. il tempo è il dono più bello e sacro che si possa regalare, e se lo ricevi da una persona che lavora nel campo della ristorazione, be allora, ritieniti fortunato.

Dalle dodici alle sedici ore di lavoro e c’è chi è abbastanza coraggioso da riuscire a dedicare il suo tempo a qualcuno che gli fa battere il cuore.

Dicono che amare sia terapeutico, tanto quanto mangiare. Ma come si è in grado di mantenere un buon rapporto quando il tempo è cosi poco? Qui penso che ci sia di mezzo un ottimo schema di gioco e gli elementi fondamentali sono il sopportarsi e il supportarsi. In questo caso non vige la legge del 50 e 50, ma del “Quando mi sveglio so quanto ti posso dare e quanto tu puoi dare a me” ci saranno dei giorni dove non ci si potrà completare al 100%, ma è proprio in questo caso che bisogna seminare delle buone basi.

Intraprendere una relazione con qualcuno che opera in questo settore è quasi una sfida. Devi essere consapevole che fisicamente verrai sempre dopo il suo dovere e che nei pochi momenti che passerà al di fuori del ristorante avrà bisogno di quella leggerezza tale che il tempo non gli sembrerà così veloce. Piccoli momenti ma estremamente memorabili.

Forse sembrerà quasi “immorale” una cosa del genere e probabilmente non mi sto esprimendo neanche nel migliore dei modi…provo a spiegartela cosi: Ormai la ristorazione si sta spingendo verso uno stile più minimal, quindi, più trasparente possibile..le cucine a vista con tavoli chef’s table, spiegazioni dettagliate dei piatti, una presenza più minuziosa nel servizio, per non parlare delle finiture dei piatti davanti al cliente. Blogger, giornalisti e critici sempre più presenti e non solo prolungano pranzi e cene, son li con i social accesi per far vedere al mondo che esperienza incredibile riservano i ristoranti oggi giorno. Qui non parlo solo di stellati o di ristoranti che vogliono esprimere la massima attenzione, ma anche di bistrot o locali che si stanno provando ad adattare a questi nuovi canoni. Forse è anche un po’ da qui che ci si innamora di queste persone.

Tanto forti, sempre in ordine, con un’impostazione esemplare. Per loro non può esserci il “giorno no” è per questo che non vige la legge del 50 e 50.

Vi siete mai chiesti cosa passa nelle menti dei soggetti che lavorano in questo campo? Diciamoci la verità, l’apparenza non inganna sempre… escono dalla struttura e frullano nella loro mente contorta: un abbinamento nuovo da provare; un vino proposto da qualche agente giorni prima, da assaggiare ed approvare; un errore che agli occhi nostri era impercettibile e che per loro era il disastro universale; la divisa da lavare; i capelli e la barba da tagliare; le unghie da riordinare; per non parlare di quei clienti affezionati che ti chiedono una prenotazione e che aspettano la “conferma” via WhatsApp. Bè, sicuramente non sanno cosa significhi annoiarsi, ma sanno bene cos’è lo stress.

Il loro primo amore è il loro mestiere e questo non lo possiamo mettere in dubbio, ed innamorarsi di qualcuno che fa parte di una brigata vuol dire amare e rispettare anche il loro lavoro senza creargli pesantezza o pensieri aggiuntivi.

Non giustifico le loro assenze e neanche alcune mancanze di rispetto non dovute, ma argomento una situazione che a volte può sembrare banale e a volte inconcepibile.

Innamorarsi di piccoli gesti, di messaggi sfuggenti durante un servizio, di racconti forzati ma essenziali tra uno sbadiglio e un abbraccio nel cuore della notte. Innamorarsi del loro tempo che quando ne hanno a disposizione scelgono di passarlo con la persona che amano.

Il loro amore è pazzia e penso che questa sia la cosa più romantica che possa emanare il mondo della ristorazione.

Tanto delicato quanto folle, un po’ come il tiramisù, due sapori contrastanti ma che insieme creano un dessert irrinunciabile.

Quanti ingredienti mancano per questa amorevole ricetta senza tempo?

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